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untitled 03:06

about

Rumore Austero produce, istantanee strumentali non ortodosse per pratiche modulari, eseguite per lo più in ambienti spogli e inusuali.
Feedback-detriti-grovigli di corde-carne che impatta materia a ripetizione-pietre-legni-metalli.
In due e una macchina zeppa di cavi all’inverosimile.

Linee guida ed eventi non preannunciati.
Campo aperto ad incidenti illuminanti.
Inclini ad un santo silenzio.



Rumore Austero è:

Giordano Giorgi
Si occupa di gesto e ritmo interno.
Performance/ Teatro gianoteatro.wordpress.com
E’ tra i fondatori del concept SCATOLE SONORE (2005-2009). La manifestazione presentava progetti di audio/musica di ricerca, performance e arte contemporanea presso il Rialto Santambrogio (Roma).
Ora organizza e coordina progetti nella salute mentale zona180.org
Mi aggiro e rigiro dal 1972.

Marco Carcasi
Suoni scontrosi trovati e organizzati.
Parole (kathodik.it)
Organizzazione (Scatole Sonore )
A volte audio per il duo performativo Giano (Giordano Giorgi / Maddalena Gana).
Prima, c’era dell’altro.
Nella vita di tutti i giorni, mi dedico alle altrui vecchiezze.
Sono vivo dal 1971.

Video Progetto Rumore Austero + Luisa Gianfelici
www.youtube.com/watch?v=S1bhi89bljk

credits

released October 5, 2016

thanks to: Fabio Ricci, Filippo Mazzei, Amirani Records, Diplodisc, hysm?


Fabio R. & Filippo M.
vonneumann.net

Amirani Records
www.amiranirecords.com

Diplodisc
unfolkam.wordpress.com/2016/10/03/diplodisc-special-product-rumore-austero/

Hysm
haveyousaidmidi.blogspot.it/search/label/Catalogue

Rumore Astero
soundcloud.com/rumore-austero
rumoreaustero.wordpress.com



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articoli/critica



BLOW UP (224)
Rumore Austero

Attivi ormai da anni nel circuito dell'improvvisazione elettroacustica romana, promotori di quello spazio aperto alla creatività e allo scambio chiamato Scatole Sonore, membri di cellule atipiche come Giano e Kar, Marco Carcasi e Giordano Giorgi si ritrovano dopo anni di collaborazione in questo nuovo progetto che porta il nome programmatico di Rumore Austero, dando vita a un album che se da un lato affonda profondamente le radici nel loro trascorso artistico dall'altro sembra aprire la strada a soluzioni inedite e a una forma d'espressività più istintiva e immediata. Ecco quindi avvicendarsi distorsioni plumbee e ossessive in pieno stile Faust (Per Caso A Un Certo Punto Si Ribalta Il Dentro Salta), chitarre riverberate che evocano reminescenze di Popol Vuh e Third Ear Band (Intenti di Fiori Interni), drones che corrono lungo la linea d'orizzonte (Santi In Festa Tutti Dalla Nostra), sinfoniette para-industrial che ricordano l'indefinibile suono di Strafe Für Rebellion, una tromba alla Don King precipitata in una massa elettrostatica (Ostie Di Topo) e percussioni
ridotte a un cumulo di detriti (Raschia Gemme e Realizza). Al termine dell'ascolto, si apprezza l'omogeneità del tutto che trasmette una sensazione di piena consapevolezza e di maturità.
(7) (Massimiliano Busti)



SANDS-ZINE


Rumore Austero
Animatori della scena romana e organizzatori della notevole rassega Scatole Sonore, alla quale dedicammo un bel po’ di spazio, Giordano Giorgi e Marco Carcasi tornano in pista più agguerriti che mai. Conoscevo Carcasi come musicista, specialmente attraverso l’esperienza Kar, mentre di Giorgi avevo ben presente soprattutto l’immagine di organizzatore – coreografo. Fa piacere ritrovarli affiancati in questo notevole disco di misticanza fra arte e scienza. Se ho ben capito cosa si intende con musica concreta, esattamente il contrario di musica astratta, è di questo che si tratta in “Rumore austero”. Qualche strumento e oggetti suonati, voci, effetti, suoni di scarto e di prima scelta. L’assemblaggio, il montaggio e l’accostamento hanno sempre il pregio del buon gusto e di una scelta perfetta nella dosatura fra i vari ingredienti. Sale quanto basta. Soprattutto, a quanto sembra, la comprensione fra i due, già perfezionata in anni di attività comuni, ha raggiunto un livello di ragguardevole maturità. In “Rumore austero”, si può dire, Carcasi e Giorgi hanno utilizzato il rumore per raggiungere un risultato alquanto gravido di senso armonico - melodico cosi come, di contrappunto, hanno utilizzato metodologie e tecniche mutuate dalla cosiddetta avanguardia per confezionare un disco squisitamente popolare. I sintetici capitoli che lo compongono hanno l’aspetto, più che quello di soundscapes o di soundtrack, di piccoli racconti informali. 
(Mario Biserni)



VITAL WEEKLY
(number 1056 / week 45)
Rumore Austero

“Rumore Austero produces unorthodox instrumental snapshots for modular practices, mostly performed in barren unusual environments”, the press text says about this duo of Giordano Giorgi and Marco Carcasi. The cover lists a whole bunch of instruments, such as field recordings, kalimba and Shruti box but all the rest is in Italian, so I am a bit clueless. I would say there is a variety of instruments available for them, both conventional and otherwise and in the eleven pieces they explore via the idiom of improvisation and endless amount of approaches for these objects. One thing seems to be clear to me and that is these improvisations are part of the world of rock music. Guitars seem to be playing an important part here and even played in an odd way, there is still something about this that sounds a bit like a rock guitar. I was thinking at times of The Ex and their guitarists, but then without vocals, drums or exotic saxophone players. Rumore Austero add a fine amount of distortion to garner a bit of extra spice in their music; they use objects to hit their strings and do so in a fine repetitive manner, such as in ‘Coda Mozza Vuole Ali’; some of this then reminded me of a very condensed Glenn Branca. Their rockist agenda works
quite well, I think, and they plunder easily over many years of free rock and they do it quite well, bordering on the more abstract sound art and the convenient alternative rock space; perhaps not always innovative but always with the right attitude to make each piece be alive. (FdW)

www.vitalweekly.net/1056.html



MUSICA DIFFICILE ITALIANA
Rumore Austero

Oi Amici! Andiamo nella Capitale per segnalare l’opera dal programmatico nome di “Rumore Austero” ad opera del progetto che porta il medesimo nome ed è formato da Giordano Giorgi e Marco Carcasi.Già attivi nell’ambito cultural-musicale di Roma e non solo, i due si dedicano, in questo lavoro (fuori per Hysm?; Scatole Sonore; Diplodisc e Amirani Records), ai rumori nelle forme più disparate: dal field recordings al drone, passando per slabbrate note di chitarra, ronzii di synth, sperimentazioni varie.Il disco si immerge, dunque, appieno nell’ambiente noise più oltranzista, senza mai, però, sfociare nell’harsh più furioso. Rimane, infatti, ancorato alle fascinazioni art-noise proposte da Lee Ranaldo (per fare un nome grossissimo), ma che si collega a tantissimi underground estero e nostrano (spulciare qui e là già sul blog per averne più di una prova).Insomma, “Rumore Austero” è un lavoro onesto e pragmaticamente noise, che non si lascia affascinare da tribalismi, esotismo, intellettualismo come molti altri lavori, non per questo meno interessanti. (Aaron Giazzon)

musicadifficileitaliana.tumblr.com/post/152106557874/giordano-giorgi-e-marco-carcasi-rumore-austero



KATHODIK
Rumore Austero

Sicuramente azzeccato il titolo del disco del duo composto da Giordano Giorgi e dal kathodiko Marco Carcasi (del quale, peraltro, apprezzo lo spiazzante stile recensorio). Non è un ascolto facile, o forse lo è moltissimo: basta far partire il cd. Spazi sonori ruvidi e magmatici, anche quando si tratta di accarezzare un’idea del flicorno (come in Ostie di topo, probabilmente il brano più incisivo). Graffi musicali, oggetti sonori sorprendenti, che non vogliono essere etichettati. Come nella lunga Prima del poi: qui il muro della chitarra elettrica è seguito da un eterno silenzio (o presunto tale), prima dell’insistita coda, in cui appaiono anche suoni vocali misti a molto altro, che si spengono infine nelle ceneri di un breve falò. Una parola per i titoli: spiazzanti ed enigmatici, un po’ come i brani da essi indicati. Undici soundscapes toccanti, nel senso letterale del termine.
4 Stelle (A. G. Bertinetto)

www.kathodik.it/modules.php?name=Reviews&rop=showcontent&id=6466


SOLAR IPSE #9
Rumore Austero

Il disco dei Rumore Austero è la superba prova dello stato di salute di quell’underground italiano vivo, temerario, defilato dai vari trend e trentini (ebbene si, anche nelle nicchie più minuscole delle musiche avventurose l’omologazione sterilizzata gran parte delle proposte, riducendo il tutto a una faccenda di cravatte in tinta e buone maniere). Sono solo in due dietro la sigla RA, Giordano Giorgi e Marco Carcasi, e trafficano con un armamentario di roba impressionante (corde accordate male, effetti vecchi, shruti box, campane e campanelli, pietre e legni, effetti, microfoni a contatto…). Per la registrazione, editing e mastering si sono affidati a Fabio Ricci dei Vonneumann, estrosa band capitolina in bilico tra sperimentazione elettroacustica e post rock. Dieci brani in tutto più una ghost track. Meteorologia di suoni allungati e cieco mulinare di ferraglia che si spalma poco a poco con effetto coprente (Raschia Gemme e Realizza); blues ovattati e dall’alito caldo che vanno incontro a trasformazione alchemica, dando vita ad una cosa mezza deforme (Per Caso a Un Certo Punto Si Ribalta Il Dentro Salta); un senso di inquietudine messo tra parentesi (Coda Mozza Vuole Ali); pensieri-suoni affidati alle prime luci del giorno che sgattaiolano da qualche listello della tapparella uscito dal binario (Ostie Di Topo); il movimento di una chiave che cerca di render docile una serratura e il gemito di un’anta sospinta avanti e indietro sui cardini dal vento (Prima Del Poi); una comunanza non di pensiero ma di senso con il brusio dell’universo intorno (Santi In Festa Tutti Dalla Nostra). Non mi viene un nome in particolare da affiancare a tutto ciò, direi che è più una summa di tante e variegate esperienze che vanno dalla musica concreta ai suoni “poveri” della tape network della prima ondata industrial, fino ad arrivare al puro istinto dell’out rock Siltbreeze. Il disco, va detto, è impaginato in un sound design moderno, sfavillante, che rende la materia viva per davvero e di conseguenza l’ascolto una sfida alle percezioni.

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RUMORE AUSTERO Rome, Italy

Rilasciati in precedenza:
“Diplocomp :: A Diplodisc Sampler Volume One” - Track 09 (Contrazione) – Diplodisc 2014

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